Sconfitto dalla malattia dopo aver lottato come era nel suo spirito da leone. Fu assessore regionale, Commissario del Parco, assessore comunale e candidato sindaco: apprezzato da tutti perchè non aveva barriera ideologiche. Funerali lunedì in Cattedrale
TERAMO – Vinto da una malattia che ne ha consumato la sua pur fortissima fibra, è venuto a mancare Giandonato Morra. Con la sua scomparsa, all’età di 64 anni, viene a mancare un amico prima ancora che un personaggio di grandissimo spessore, umano e politico. Morra si era ammalato lo scorso anno ma nonostante il gravissimo stato di salute, peggiorato di mese in mese, non ha mai mancato di essere presente per la sua famiglia e per gli amici che da anni condividevano con lui la passione per la politica e a cui ha distribuito consigli fino all’altro giorno.
Nativo di Cerignola, terzo di tre figli, per lui Teramo ha rappresentato la seconda casa e qui ha trovato la sua famiglia e la moglie teramana, Fausta Balducci, da cui ha avuto Raimondo e Cristiano. Ha amato questa città e questa regione tanto come di più non avrebbe potuto nessun teramano. Aveva cominciato gli studi altrove ma si era trasferito all’ombra del Duomo per frequentare giurisprudenza, laurearsi e lavorare da avvocato a Teramo, dove aveva lo studio con il collega e amico Pasquale Tiberii.
Iscritto della prima ora nelle formazioni giovanili del Movimento sociale italiano, con la formazione di destra ha trascorso tutta la vita, pronto a seguire gli ideali di area, difendendoli, vivendoli con grande fervore e passione, aperto sempre al confronto dentro e fuori del partito, anticipatore di quella trasformazione che portò alla nascita prima di Alleanza nazionale e poi di Fratelli d’Italia. Molto apprezzato dalla stessa premier Giorgia Meloni con cui aveva un contatto frequente, Morra aveva ricoperto anche il ruolo di assessore regionale ai Trasporti nella giunta di Gianni Chiodi, oltre che quella di consigliere e assessore comunale, commissario del Parco del Gran Sasso Laga, consigliere del Ruzzo e di recente difensore civico regionale. Tutti, anche chi non ne condivideva il credo politico, lo ha sempre rispettato e apprezzato per la sua nobiltà di ideali, pensieri, azioni, da vero signore della politica. Non da ultimi anche i sindacati di sinistra ne hanno ampiamente valorizzato i risultati portati a casa, in particolare da assessore regionale ai Trasporti. Fu candidato sindaco nel 2018, cercando di raccogliere e farsi carico della responsabilità di riunire un centrodestra spaccato dalla caduta della giunta Brucchi, ma fu lasciato per strada da qualche transfuga della coalizione e costretto alla sconfitta, a testa altissima, al ballottaggio nei confronti di Gianguido D’Alberto.
Giandonato era universalmente rispettato perché sapeva porsi e aveva una simpatia innata. Con Giandonato se ne va un gran signore, un uomo dalla caratteristiche irripetibili. A lui giunga un forte abbraccio, che racchiude 40 anni di intensa amicizia.
La camera ardente è allestita nella casa funeraria Petrucci Carlo a Villa Pavone, i funerali saranno celebrati lunedì 7 agosto alle 15:30 in Cattedrale.